letture dell'estate 2016

La vacanza è bella perché dilata il tempo, e si può anche rimandare il dovere delle cose da fare per il piacere dei libri da leggere.

I miei alunni hanno avuto i loro titoli (tre libri in tutta l'estate, suvvia). Ecco invece le mie scelte, elencate in una sorta di diretta dal 5 giugno al 29 agosto. 

Alberto Cavaglion, La Resistenza spiegata a mia figlia

Irritata per la scena muta di un'esaminanda alle domande su 8 settembre e Resistenza, ho deciso di dedicare parte delle mie letture estive a questo periodo della nostra storia, senza dubbio più importante di altri: per ciò che ha rappresentato, per i suoi esiti in termini politici, per il ruolo ricoperto dalle donne, per gli ideali a cui è improntata parte della nostra cultura. Il libro di Cavaglion è un'ottima prova, ma più che un sunto è un breve viaggio che vuole far riflettere sui temi e sui dati portanti della Resistenza.

Sicuramente da leggere, ma a mio parere destinato a chi già ha affrontato l'argomento: ai ragazzi, che spesso ignorano il significato di termini ed espressioni come "olio di ricino e manganello", "faccetta nera", "totalitarismo", "partigiano", "CNL", occorre fornire strumenti un po' più rudimentali.

Muriel Spark, Gli scapoli

Con Muriel Spark si va sempre sul sicuro, anche se non si ripete il capolavoro di I fulgenti anni di Mrs Brodie. Intelligenza, ironia, introspezione si ritrovano nella scrittura di questa autrice, che si legge con leggerezza ma senza mai cadere nella banalità. Gli scapoli sono uomini talvolta senza troppo coraggio, ma forse migliori di certe donne credulone, che pensano di non poter vivere senza un uomo loro vicino. E' interessante notare come l'ambientazione sia senza tempo: la trama, al di là di qualche dettaglio, potrebbe essere ambientata negli anni Cinquanta o nel XXI secolo, perché i personaggi e le vicende di Muriel Spark sono sempre al di là della contingenza temporale, capaci di toccare temi e sentimenti sospesi in un sorriso garbato.


Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno

Se di Resistenza bisogna parlare, ecco uno dei titoli più gettonati a scuola.. o forse no, dato che Calvino è uno di quegli autori che le antologie propongono ma con burocratica convinzione: troppo sottile il suo portato culturale, che spesso viene semplificato nella Trilogia degli antenati o in Marcovaldo, perdendo tutto il resto. E il resto è tanto e complesso, come del resto questo romanzo: apparentemente semplice, per alcuni didascalico, in realtà pieno di echi e suggestioni che solo l'ampia riflessione dell'autore circa venti anni dopo (e oggi disponibile come prefazione al romanzo) lascia trasparire. Non amo Calvino, anche perché cominciai a leggerlo dalle Cosmicomiche che mi rimasero indigeste. E anche perché, solo dopo lo capii, la complessità sottostante alle sue pagine richiede uno sforzo interpretativo sottotraccia che da giovani talvolta non si apprezza, tesi a una militanza dei contenuti e dello stile più immediata. Dunque, per parlare di Resistenza agli adolescenti, anche questo titolo non mi convince: ma è lo stesso Calvino a indirizzarmi verso altro, a Una questione privata di Fenoglio. 

Beppe Fenoglio, Una questione privata

Un racconto bellissimo, una storia che avvince, uno stile narrativo compiuto e perfetto. Sarà anche stata un'opera non terminata (ma il prefatore non è d'accordo con questa tesi), resta comunque un'opera nitida e senza sbavature. In questo aveva ragione Calvino, è il romanzo della Resistenza, senza sbrodolamenti ideologici e senza dilungarsi per troppe pagine. Bisognerebbe rivalutarlo. Forse anche darlo da leggere agli studenti... ma il problema resta sempre lo stesso: come si può capire il dialogo tra Milton e Hombre se non si ha presente che fosse il fascismo, l'esterofobia, la guerra di Spagna e i badogliani? Le pagine di Fenoglio mostrano una tessitura fine, che presuppone però spalle larghe.

Beppe Fenoglio, Primavera di bellezza -  I ventitré giorni della città di Alba

Continuo l'esplorazione delle opere di Fenoglio. Anche questi due titoli non deludono, ciascuno con la sua particolarità: sguardo lucido e appassionato sull'idiozia della dittatura il primo, affresco sulla guerra partigiana nelle Langhe il secondo. Non mi importa discorrere della questione linguistica o della ricostruzione non agiografica ma esistenziale della Resistenza; in queste opere il senso e il sentimento della Resistenza affiorano netti senza mostrare muscoli tirati e senza retorica di contorno. Da leggere, assolutamente.

 Antonia Byatt, Ritratti in letteratura

Un bel saggio, rielaborazione di una conferenza accademica. L'argomento tratta come la letteratura possa descrivere il ritratto dipinto: una sorta di mise en abime dove la pittura si fa parola, e si confronta con l'immagine sulla tela. Antonia Byatt, ovviamente, dà la preminenza alla letteratura, anche se in realtà il campo di studio è piuttosto limitato ('800 francese, letteratura inglese, e persino le sue opere, in una sorta di metacritica letteraria...). Un bell'esempio di come un saggio letterario andrebbe scritto, senza astrusità e con ragionevole accuratezza, ma soprattutto con la sensibilità dell'autore che sa narrare al lettore.

Antonio Pennacchi, Canale Mussolini
Come spesso ormai mi capita, a causa di passate delusioni, ho aspettato qualche anno per leggere l'opera che vinse il Premio Strega nel 2010. Ho trovato un capolavoro: di idee, di trama, di stile, di lingua. Al posto dei Promessi Sposi, a scuola bisognerebbe proporre questo romanzo, che ben spiega la storia dell'Italia del Ventennio (e non solo) senza alcuna pretesa didascalica, ma con grande accortezza narrativa. Di Pennacchi si è detto molto, e anche nelle quarte di copertina si sottolinea il fatto che "fino ai cinquantanni è stato operaio turnista". Non è strano: solo una persona con la vita tra le mani poteva scrivere un libro così.


Marco Lodoli - I professori e altri professori
In Italia i racconti sono considerati un genere minore, ma chi mi conosce sa che li prediligo per il loro essere compiuti senza bisogno di tante pagine e di tanto tempo. Il libro di Lodoli però manca di omogeneità: nella raccolta si trovano prove davvero convincenti (Il maestro e Rinoceronte su tutti) e altre un po' affrettate... Inoltre desta irritazione il titolo che ammicca alla professione dell'autore, ma poco ha a che fare con alcuni dei racconti presenti. Proprio nella su
a eterogeneità il libro si salva: solo però se non avete di meglio sul comodino.

Marco Balzano -L'ultimo arrivato

Un romanzo ben scritto, una vicenda (quella dell'emigrazione infantile nell'Italia del boom) ben pensata e finora inesplorata. Un autore che non conoscevo, davvero talentuoso vista la lista di premi conseguiti (e nonostante la mia idiosincrasia per i premi...). Balzano è auutore di un libro di grande impatto. Le pagine dedicate alle vicende di Pelleossa carpiscono l'attenzione del lettore e il suo cuore. Nel finale l'opera s'affloscia in un tocco che forse vorrebbe essere commovente ma che non mi convince; ma alla a dirla tutta il finale non conta, per lo meno non in questo libro.

Murakami Haruki, La strana biblioteca

Autore che va per la maggiore, basti pensare che nella biblioteca del paesino di montagna dove sono ospite ho trovato ben tre titoli in bella mostra. E' una storia breve, intrigante, tinta di fantasy e di horror, con un finale sospeso. Tutti elementi che piacciono agli adolescenti: quelli veri e quello dentro di noi. L'edizione in mio possesso è impreziosita dalle tavole di Lorenzo Ciccotti, che aggiungono altro senso di mistero.

Alice Munro, La vista da Castel Rock
Storia familiare e storia autobiografica sono i due cardini della narrazione, attraverso una serie di tappe fissate in lunghi racconti. Da qui al romanzo storico ne corre, nonostante la quarta di copertin si sforzi di alludere alla "storia collettiva sullo sfondo". La prima parte poi si perde in una serie di patronimici che neanche Tolstoj: inutile raccapezzarsi, andate avanti altrimenti non vi passa più. Una giuria letteraria ha dichiarato che quando si chiude un libro di Alice Munro si sa molto ma molto di più su quel che significa essere umani. Sarà. Antonia Byatt con il suo "Possessione" o Natalia Ginzburg con "Lessico familiare" sono a mio parere sono molto più incisive. 

Bianca come il latte, rossa come il sangue - Alessandro D'Avenia.
Sedicenne figlio unico di buona famiglia borghese, genitori benestanti, comprensivi, innamorati, no alcol né droghe, no turpiloquio, buone e sane amicizie, ottimo côté, frequenta liceo classico con insegnanti preparati, appassionati, disponibili e affronta questioni esistenziali riguardanti l'amore, il senso della vita e finanche Dio con appropriatezza lessicale e atteggiamento consapevole e sempre più maturo, appena venato da lievi intemperanze adolescenziali. Tra i compagni di scuola del protagonista ritroviamo ragazze credenti che pregano e amici un po' superficiali ma fedeli all'idea di amicizia, con mamme non lavoratrici perché impegnate a sorridere e ad accogliere gli amici dei figli nelle moderne case di benestanti. Il sedicenne, affezionato alla famiglia, passa tre mesi d'estate in albergo di montagna con i genitori scoprendo la bellezza del cielo, specchio dei propri sentimenti e palestra di riferimenti colti.
Con una decisa pennellata di spiritualità ciellina in sottofondo e qualche citazione scolastica di greco e letteratura italiana, ecco un libro irritante, ruffiano, piacione nell'imitare il parlato di adolescenti ideali e poco reali, ritratti in cliché che omaggiano, per l'appunto, l'immagine stereotipata di teen agers tutti Mc Donalds, Coca Cola e motorino, bravi ragazzi a cui manca solo lo studio matto e disperatissimo a cui pervengono in fretta quando capiscono (altrettanto in fretta) il valore della cultura e dei congiuntivi.
Un romanzo che ha conosciuto il successo editoriale, e pour cause: vedi i paragrafi precedenti. Un John Green nostrano che di quest'ultimo non esprime né la passione autentica né lo struggimento solo adolescenziale: questo è un libro scritto da un grande per i ragazzi, strizzando l'occhio ai loro genitori, con lacrimuccia per chi, donna o uomo, voglia recuperare il valore dei sentimenti.. affogati nella banalità di intreccio e stile. Il tutto, ovviamente, va di pari passo con la dovuta sicurezza del milione di copie vendute e dei proventi per i diritti cinematografici. Non consiglierò questo libro ai miei alunni; è intriso di un'ovvia superficialità che mette Dio, i genitori, il bassotto, gli amici e la scuola in un impietoso frullatore, per offrire a chi legge una bevanda dal gusto indefinibile.

Patrick Süskind. Storia del signor Sommer

Un romanzo breve, una storia carina, un racconto godibile soprattutto per le belle illustrazioni di J. J. Sempé nell'edizione Longanesi... Ma nulla più.

Italo Calvino, Il cavaliere Inesistente
Uno dei tre titoli della trilogia calviniana: consigliato a molti alunni, resta a mio parere un libro non immediato per le sue complessità narrative e il suo sottobosco parodico. L'intellettualismo sottostante, purtroppo, nuoce alla genuinità narrativa: avrebbe potuto essere un classico geniale della nostra letteratura, resta un classico. Ribadisco che Calvino non mi piace, e visto che sono in buona compagnia non ho bisogno di andare oltre.

Sebastiano Vassalli, L'Italiano
Un titolo del 2007, probabilmente tra i meno conosciuti dello scrittore. Eppure, fino quasi alla fine, un libro che meriterebbe molto di più: si tratta di racconti storici, alla maniera di Amore Lontano (2005). Quest'ultimo titolo era dedicato a ritratti di poeti, mentre quello che ho letto in questi giorni ò dedicato a personaggi dell'Italia vissuti dal secolo XIX ai giorni nostri.
Il genere del racconto storico è stato affrontato e valorizzato da Vassalli, sulla scia di Sciascia: sono questi due autori i veri artefici della narrazione costruita sulle due gambe della Storia e del Verosimile, e a loro andrebbe posta la nostra attenzione, anziché continuare a incensare Manzoni che, vivaddio, di romanzi ne ha scritto solo uno, di pochissima utilità per la nostra letteratura (se pensate che stia impazzendo, vi rimando alla sezione Idee).
Vassalli si definiva un viaggiatore nel tempo, e come tale si presenta anche in questi racconti, che sono belli, intriganti e intelligenti. Peccato per la scivolata finale, dedicata a Berlusconi con un lungo sproloquio sull'Arcitaliano: quando Vassalli voleva essere l'opinionista e il commentatore dell'attualità ci riusciva malissimo, cadendo nel livore (vedi i giudizi su don Lorenzo Milani). Anche nel racconto finale di questo libro appare banale, caustico alla maniera populista, privo di gusto narrativo. Ma, tutto sommato, un titolo che merita di essere letto e anche passato di mano in mano.   

Luciano Canfora, La prima marcia su Roma

Pensare che Ottaviano Augusto di marce ne fece addirittura due... eh sì, Mussolini non è stato originale per niente. Se lo leggete senza troppa attenzione ai dati storici, come la breve narrazione di un colpo di Stato avvenuto duemilaecinquanta anni fa, vi potreste pure divertire. Canfora scrive benissimo, e il suo approccio multidisciplinare alla cultura classica è convincente. 

Sebastiano Vassalli, L'alcova elettrica
Ultima lettura di questa estate 2016, e gran finale. Perché quest'opera di Vassalli rende bene l'idea del lavoro dell'autore come viaggiatore nel tempo. Un romanzo storico, che si regge sul vero (gli atti del processo a Italo Tavolato e a Guido Pogni per un articolo uscito su Lacerba) e il verisimile (la costruzione dei personaggi, dei dialoghi, delle vicende legate al processo, nel suo prima, durante, dopo). Nel verisimile Vassalli mette tutta la sua arte di scrittore, questa volta con una leggerezza dovuta certo anche allo sfondo futurista dell'accaduto, fatto di gazzarra, giovanili errori e tratti italici quali opportunismo e sotterfugi, tutte cose passatiste ma comunque presenti nella vicenda. Lo stile e la costruzione narrativa sono pregevoli nella loro scorrevolezza, a tratti geniali. Se si deve capire chi fossero i futuristi, questo romanzo vale più di molte pagine letterarie; ma un altro motivo che rende il libro degno di nota, è che ci si diverte mentre lo si legge. 

©Paola Comelli, 2025. Tutti i diritti riservati. Le immagini sono state scattate dall'autrice.
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